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Campagna di informazione sul commercio dei fiori |
"La
vittoria sulla Del Monte ha aperto le porte per la campagna contro l’
industria dei fiori. Dopo un anno di indagini è ora pronto il documento finale
che mette a nudo la drammatica realtà di 120.000 operai (in buona parte
donne)che lavorano in questo settore. La
campagna nazionale si aprirà il 10 febbraio con una conferenza stampa che
rivelerà il vero volto dell’industria dei fiori, la più fiorente in Kenya. E
inviterà i Keniani ad un boicottaggio simbolico per il 14 febbraio (No ai fiori
per San Valentino). La settimana verrà chiusa da una celebrazione a Naivasha il
17 febbraio in memoria delle vittime di questo settore. All’industria dei
fiori verrà dato un chiaro ammonimento: tre mesi per trattare altrimenti a
maggio si andrà ad un boicottaggio internazionale. Vari organismi si sono dati
un appuntamento a Nairobi il prossimo maggio per lanciare un boicottaggio dei
fiori Keniani in Europa (i fiori arrivano ad Amsterdam e da lì sono distribuiti
in varie nazioni europee). Un
lungo cammino, il cammino dei poveri, degli oppressi… Ma su queste strade ho
sperimentato sempre più vivo il Dio di Mosè, il Papi di Gesù, il Dio che
cammina con il Suo Popolo, il Dio che libera. Ho vissuto la spiritualità
dell’Esodo. Un cammino illuminato dalla lettura continuata dell’Apocalisse
che ci ha accompagnato in questo anno difficile. Che forza rivoluzionaria la
lettura della Parola fatta nei bassifondi della storia. Per me dodici anni di
Parola a Korogocho mi hanno causato una rivoluzione copernicana. E’ un dono
grande che ho ricevuto. Parola che diventa volto: il volto di Gesù, il volto
dei poveri. I volti della gente della discarica, i volti dei ragazzi di strada,
i volti di donne, i volti di lebbrosi, volti di malati di Aids. I momenti serali
stupendi di eucaristia celebrata a lume di lampada nelle baracche con la piccola
comunità cristiana. " clicca qui per leggere tutto il testo della Lettera agli amici di p. Alex Zanotelli
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CAMPAGNA DI
INFORMAZIONE SUL COMMERCIO DEI FIORI
SAN VALENTINO SENZA FIORI ![]() Il mercato mondiale dei fiori freschi tropicali è un grande business: nel 1998 si esportavano fiori freschi per un valore di circa 4 miliardi di euro. Fiori ce vengono dal Sud del mondo: da questo punto di vista Ecuador e Colombia, Kenya e Zimbawe sono stati dei giganti delle esportazioni negli ultimi dieci anni. Ai consumatori del nord costa meno farsi arrivare i fiori freschi dal Kenya o dall'Ecuador piuttosto che dall'Olanda o addirittura dal proprio paese. Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, l'Europa fino a 4-5 anni fa importava circa il 70% dei fiori esportati nel mondo. Il Kenya nel 2000 ha esportato (soprattutto in Olanda che a sua volta li riesporta in altri paesi, ma anche in Gran Bretagna, Germania e Svizzera) oltre il 90% della sua produzione, circa 38 mila tonnellate di fiori freschi, soprattutto rose, per un valore di circa 100 milioni di euro: si tratta della terza voce nelle esportazioni del Kenya. Sono 40-45 mila le persone che lavorano direttamente nel settore, e si stimano altri 60-70 mila addetti nell'indotto. Contando anche le loro famiglie, ci sono proiezioni che parlano di 500 mila keniani che vivono grazie alle esportazioni di fiori. L'area più importante di produzione per l'export floreale in Kenya è la zona attorno al lavo Naivasha, a nord-ovest della capitale Nairobi, dove si contano ben 24 grandi fattorie specializzate. Qui ogni giorno si recidono milioni di rose, che prendono subito il volo per l'Olanda o la Gran Bretagna, e sono vendute l'indomani come fiori freschi, venendo comunque a costare anche la metà di quelle che potrebbero essere coltivate in serra localmente. Sorprese in arrivo. Ma chi conosce le condizioni di lavoro e di salute di chi coltiva i fiori del Kenya? E quanto vengono pagati i dipendenti? I proprietari delle grandi fattorie, poi, sono keniani o stranieri? Chi ci guadagna in questo grande business - e a chi vanno invece le briciole? Per non parlare dei dubbi sulle ricadute ambientali di questa "agricoltura industriale": il lago Naivasha ha sempre meno acqua, sempre più inquinata; c'è forse un legame con l'utilizzo di acqua dolce per innaffiare e un presumibile utilizzo intensivo di pesticidi? In Kenya c'è chi ha incominciato a indagare, a raccogliere dati e testimonianze: non solo i sindacalisti ma anche organismi come la Kenya Human Rights Commission, già protagonista di alcune battaglie civili per migliorare i diritti dei lavoratori, con risultati significativi. E la sinergia tra produttori del Sud e consumatori del Nord ha già più volte permesso all'opinione pubblica occidentale di scoprire temi che purtroppo a lungo preferiva ignorare. Dal Kenya oltre ai fiori protrebbero arrivare presto delle novità, forse senza aspettare San Valentino. Tratto da Nigrizia - dicembre 2001
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