Susan
George
Volevo
ringraziare enormemente i comboniani
e gli altri organizzatori che hanno fatto questo
impressionante incontro. Sono molto onorata di essere con tutti
voi.
Vorrei cominciare
col dire che c’è già un governo mondiale, non si vede forse,
ma c’è. E’ un governo non democratico, non trasparente, ma
c’è un gran segreto e questo segreto è che questo governo è
vulnerabile. Quando le regole di questo governo sono fatte dagli
uomini possono essere cambiate da altri uomini e donne. Ricordate
che è possibile cambiare le cose e ci sono già vittorie
importanti sul cammino. La globalizzazione,
che parola straordinaria, che parola geniale, perché dà
l’impressione che siamo tutti mano nella mano camminando verso
la terra promessa. E’ una bugia. Questa globalizzazione lascia
molti ai margini del cammino. Io sono favorevole alla
globalizzazione se è della cultura, dei viaggi, dell’amicizia,
della cucina, dell’arte, ma non si tratta di questo. C’è una
globalizzazione che è fondata su quello che io chiamo la trinità
non santa. Prima di tutto c’è un’utopia negativa spinta dalle
grandi imprese multinazionali industriali e finanziarie è la
libertà assoluta dell’investimento, poi c’è la libertà
assoluta di flussi di capitale e la libertà assolta di tutti beni
e servizi compresi gli organi viventi. L’obiettivo è di mettere
tutte le attività umane nel mercato e di farne oggetti di
commercio, compresa la salute, l’educazione, l’ambiente, la
cultura, etc.
La globalizzazione
è responsabile di spingere la ricchezza sempre verso l’alto,
sia all’interno dei paesi che nelle relazioni fra i paesi. Le
ineguaglianze all’interno dei paesi dal 1980 sono continuamente
cresciute. Studi dell’Università delle NU stanno dimostrando
che l’85% della popolazione adesso vive in paesi dove le
ineguaglianze stanno crescendo e questo riguarda anche la Cina, la
Russia, i paesi dell’Est europeo, ma anche i paesi occidentali
compresi gli USA. E’ sempre bene ricordare anche alcuni dati,
forse è già conosciuta la figura della coppa di champagne
rovesciata che rappresenta il 20% della popolazione mondiale che
detiene l’82% delle risorse; mentre il 20% più povero deve
arrangiarsi con 1,3% delle risorse. Le ineguaglianze stanno
diventando oscene: 485 miliardari al mondo controllano
l’equivalente della metà della ricchezza mondiale. E solo tre
di questi miliardari controllano l’equivalente del prodotto
nazionale lordo di 48 paesi. E’ importante ricordare alcuni
dati, anche se i numeri sono difficili da seguire, perché le
conseguenze sono drastiche per gli esseri umani.
Abbiamo assistito
recentemente a grosse crisi finanziarie dovute agli investitori
finanziari a livello mondiale: la mandria elettronica, perché si
comportano come una mandria e annusano un po’ l’aria e tutti
decidono contemporaneamente di investire e di speculare dove la
situazione non è molto buona. Quello che succede è che quando si
ha una crisi finanziaria ed interviene il FMI per dire al paese
cosa deve fare per ristabilire la situazione, le regole imposte
dal FMI ammazzano la gente comune. Per esempio in Messico dopo la
crisi finanziaria del 1995, 28000 piccole imprese fallirono perché
non potevano sostenere i tassi di interesse che erano stati
imposti per risanare la situazione. Adesso si sostiene che la metà
della popolazione del Messico sta vivendo sotto la linea di povertà.
In Indonesia dopo la crisi finanziaria 20 milioni di persone che
si ritenevano dentro la classe media sono state respinte
violentemente in una situazione di povertà. In Russia durante il
periodo del socialismo, anche se non è una questione di essere
favorevoli o meno, però la statistica dava il 4% della
popolazione in situazioni di povertà, oggi visto che non esistono
più regole è il 50% della popolazione che vive in povertà.
Sappiamo tutti che i Programmi di aggiustamento strutturale hanno
influito soprattutto sulla dimensione della salute,
dell’educazione, dei servizi sociali che sono stati tagliati.
E’ importante ricordare che il debito non è un problema
finanziario: è un problema politico. Se si cancellasse oggi il
debito dei paesi più poveri il sistema finanziario se ne
accorgerebbe appena. Il debito
estero è estremamente utile per i paesi del Nord e funziona
molto meglio del colonialismo, perché non ha bisogno di un
esercito, di un’amministrazione, di un apparato per tenere la
gente sotto controllo e non ha bisogno della gente. I vantaggi
politici sono molto grandi, in primo luogo si continua ad avere
prezzi bassi per le materie prime. In particolare c’è il
vantaggio politico di poter controllare i diversi governi
attraverso l’aggiustamento strutturale e soprattutto dopo la
fine della guerra fredda con quest’unica ideologia che sta
accomunando la sorte dei paesi del mondo. Dopo aver studiato per
15 anni la situazione del debito la mia conclusione è che è
difficile affermare questo soprattutto ad un pubblico di
cristiani, ma da un punto di vista oggettivo non c’è nessun
livello della sofferenza umana che potrà cambiare la situazione.
Ci sono stai molti studiosi anche in Italia che per anni hanno
cercato di spiegare quali sono le conseguenze dell’aggiustamento
strutturale per la gente comune. Sappiamo che la mortalità
infantile cresce, che cresce la mortalità durante il parto, che i
sistemi sanitari falliscono, che c’è il problema della terra.
Probabilmente la situazione più tragica si è raggiunta quando il
Mozambico ha sofferto dei disastri ecologici e la risposta del FMI
è stata che non avrebbe dovuto pagare 100 milioni di dollari, ma
solo 73. Il problema allora non è quello di spiegare la
situazione, ma è quello di cambiare radicalmente le relazioni. Io
sono qui anche per pregare voi di coinvolgervi, di partecipare
personalmente alle forme di associazione nazionale.
Siccome
l’importante è l’azione politica dobbiamo capire chi sono i
manager che stanno controllando il governo in questo momento. Il
potere nascosto che sta dietro il trono sono le multinazionali
finanziarie, che non governano direttamente, ma attraverso la Banca
Mondiale, il FMI e l’OMC. Ora le stesse NU sono state
coinvolte e il Segretario Generale ha di recente firmato un patto
globale con le 50 principali multinazionali ed lacune di queste
hanno dei record per quanto riguarda le violazioni dei diritti
umani e dell’ambiente. Il sistema funziona perfettamente per
il10% della popolazione mondiale che sta ai massimi livelli del
benessere, ma non funziona per nessun altro. Quello che sta
cambiando è anche la questione politica fondamentale: per secoli
il problema principale è stato di gerarchia, cioè capire in che
punto ciascuno si trovava; mentre negli ultimi 100 anni la
questione fondamentale è chi si impadronisce e di quale pezzo
della torta. Entrambi queste questioni rimangono importanti, ma la
questione fondamentale oggi è chi ha il diritto di sopravvivere e
chi non ce l’ha. Ci sono centinaia di milioni di persone che non
contribuiscono in alcun modo al mercato né come produttori, né
come consumatori. E ce l’hanno loro il diritto di sopravvivere?
Ricordando questo
dobbiamo vedere quali possono essere gli obiettivi politici. La
prima esigenza è di costituire delle coalizioni nazionali forti
lavorando attraverso il governo nazionale. Abbiamo bisogno di
commercio equo e solidale e non del commercio libero. Il sistema
del commercio internazionale ha bisogno di regole, ma non delle
regole attuali; soprattutto l’educazione, la salute, la cultura
non devono essere dentro al mercato, bisogna tassare i capitali
finanziari. La disponibilità che i governi hanno per i progetti
di sviluppo internazionale sta decrescendo ogni anno, mentre c’è
un’enorme quantità di denaro che circola nei mercati finanziari
equivalente 1500 miliardi di dollari al giorno. C’è bisogno di
una tassazione sia con la Tobin
tax sia tassando le fusioni tra grandi gruppi economici. E’
fondamentale rendere queste multinazionali responsabili per tutte
le loro azioni per non avere più situazioni come la Nigeria. E’
anche necessario cancellare il debito dei paesi del Terzo Mondo e
ridurre il potere della BM e del FMI. Ci sono delle vittorie e ciò
dimostra che è
possibile cambiare le regole: è stato sconfitto l’Accordo
Multilaterale sugli investimenti. E’ stato ridotto il valore
della sezione agricola della Monsanto e la gente ora non accetterà
più i prodotti modificati geneticamente. Le coalizioni nazionali
stanno crescendo e alla fine di questo mese ci sarà una nuova
dimostrazione a Praga contro le attività della BM e del FMI. Le
persone devono capire che questo sistema non è inevitabile. Dio
non ha mai detto a Mosé sul monte Sinai: “Tu globalizzerai
il mondo e tu sarai neoliberale”. E’ molto importante dire no,
resistere, ma anche fare proposte. La mia speranza è che in
Italia e nel mondo ci sarà coalizione nazionale tra credenti, non
credenti, sindacalisti, ambientalisti, associazioni come la Rete
Lilliput per fare qualcosa che nessuno ha mai fatto nella storia:
costruire insieme la democrazia internazionale. L’abbiamo fatto
a livello nazionale secoli fa, ma nessuno ha mai fatto la
democrazia internazionale. E’ un lavoro difficile, ma è anche
un lavoro esaltante.
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