La Carovana della Pace (Carovana del Sud) percorrendo i confini d’Italia e vivendoli come luogo di incontro e non di esclusione nell’ottica della convivialità delle differenze, si sente provocata dalla tensione globale al riarmo. L’attuale contesto geopolitico ci interpella a non tacere di fronte alla tendenza di perpetuare per Taranto (città affacciata sul Mediterraneo) la vocazione di roccaforte-avamposto militare. Riportiamo qui di seguito parte di un articolo di Manlio Dinucci pubblicato dal Manifesto (26/06/2004) e ripreso da Peacelink: “L'ambasciata Usa a Roma ha iniziato una serie di missioni esplorative e, a quanto si sa, il Pentagono ha già stanziato 600 milioni di dollari per la sua realizzazione. Il trasferimento della Sesta flotta a Taranto rientra nel piano di ridislocamento delle forze statunitensi dall'Europa settentrionale e centrale a quella meridionale e orientale, dove vengono stabilite nuove basi così che il Pentagono possa avere «la massima flessibilità nel proiettare forze in Medio Oriente, Asia Centrale e altri potenziali teatri bellici”. Proponiamo, quindi, con forza ai singoli cittadini di vigilare sugli sviluppi di questa questione e alla chiesa locale, unitamente alla società civile, di non smettere di far leva sull’opinione pubblica e sulle rappresentanze politiche affermando i valori basilari del Vangelo, sostenendo e costruendo il sogno di Pace che Dio ha per tutti i popoli. Riprendiamo un decalogo comportamentale (azione nonviolenta) sottoscritto da P. Alex Zanotelli (Missionario Comboniano) proposto per le realtà includenti porti a rischio nucleare, quale Taranto è, e sarà ancor di più, se si verificherà l’istallazione della base statunitense: 1) Digiuno cittadino: a staffetta un gruppo di persone avvia il digiuno in ogni porto in cui dovesse attraccare un'unità che comporti un rischio nucleare; il piano del digiuno deve essere preparato in precedenza in modo da avere una durata adeguata alla "visita" dell'unità navale nucleare. 2) Comunicati stampa locali: presentazione delle ragioni del digiuno e richiesta di conoscenza del piano di emergenza nucleare; se esso fosse stato diffuso, diffusione della conoscenza del piano con comunicati stampa che evidenzino i rischi e le incongruenze. 3) Evacuazione: richiesta alle autorità - Prefetto e Sindaco - di esercitazioni cittadine di evacuazione della città (ogni piano prevede l'evacuazione). 4) Diniego per ragioni di sicurezza: richiesta alle autorità che - per motivi di sicurezza e in relazione al pericolo terrorismo - nessun permesso di attracco in nessun porto italiano venga concesso a unità navali con propulsione nucleare facendo esplicito riferimento alla non conoscenza o all'inadeguatezza del piano di emergenza e alla non effettuazione in precedenza di prove di evacuazione. 5) Trasparenza nucleare: richiesta alle autorità - ai fini della tutela della sicurezza della popolazione - di conoscere se siano presenti a bordo armi nucleari; poiché le autorità militari Usa non dichiarano mai di avere o non avere a bordo armi atomiche si faccia la richiesta alle autorità politiche locali di pronunciarsi contro l'attracco. 6) Comunicati stampa nazionali: informazioni di tutti gli organi di informazione (da Internet, alle radio, ai giornali, alle TV) del digiuno e delle sue ragioni. 7) Richiesta e studio del piano di emergenza: occorre, in virtù del Decreto Legislativo 230/95, richiedere alla Prefettura il piano di emergenza nucleare; bisogna studiarselo nei dettagli, e questo andrebbe fatto in precedenza. 8) Centro di documentazione: accedere agli archivi di www.peacelink.it sezione disarmo per prelevare l'elenco dei porti a rischio nucleare e delle unità navali che comportano questo rischio, inserirvi i piani di emergenza, sviluppare un dossier per ogni porto a rischio nucleare individuando i rischi trascorsi, sviluppare un dettagliato sistema di documentazione al fine di basare i comunicati stampa su un'informazione inoppugnabile e precisa (questo aspetto va sviluppato in precedenza). 9) Conferenza stampa e archivio giornalisti: costruire una propria banca dati dei giornalisti più sensibili da contattare per conferenze stampa, acquisendo i loro cellulari e stabilendo un previo contatto (questo aspetto va sviluppato in precedenza). 10) Immagine: costruire eventi nonviolenti che abbiano un impatto visivo e documentarli con le macchine fotografiche digitali; realizzare cartelloni colorati in giallo con il simbolo nero della radioattività e fotografarsi di fronte alle basi navali; l'immagine deve sempre accompagnare i comunicati stampa per dare un effetto maggiore. La Carovana della Pace 2004 Carovana Sud |