“ Il cristiano è un uomo
di pace non un uomo in paceÂ…
Fare la pace è la sua vocazione ”
(don Primo
Mazzolari)

- Lc. 11,27-28; Lc. 10,21-23
- Canto iniziale: Todavia cantamos
- Nel nome del PadreÂ…
- Salmo dÂ’oggi
“Imprimerò le mie leggi nei loro
cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo”
(Eb 8,10)
“La persona è religiosa nella misura in cui
scopre che esistere vuol dire essere stati chiamati a qualcosaÂ…Dio
non ha messo dei giocattoli nel mondo, né delle bambole. Questa
è l’ingiuria peggiore che si può fare a Dio: Dio non fabbrica
bambole, o marionette, o fantasmi, non fabbrica cose inutili, non
fabbrica gingilli per metterli sui mobili del cielo. No, Dio
fabbrica persone, immagini della Persona tragica, grandiosa e
completa che è il Cristo!…Perciò a nessuno deve essere
permesso di vivere come una marionetta o come unÂ’ombra, o come
una persona che può esserci o non esserci al mondo senza che
nulla cambi. No, Dio ha creato soltanto persone con un dovere, con
una posizione, con una missione nel mondo, che è in uno stato di
permanente liberazione. E quando vi sono persone o settori che
fuggono da questa responsabilità , che non si assumono questa
responsabilità , il mondo intristisce, si intorpidisce, ricade su
noi stessi come un carcere…”
(Arturo
Paoli)
Il coraggio della speranza:
“ Coraggio per il presente
ma soprattutto per il futuro”
(D.
Comboni)
“E’ difficile parlare di speranza. Bisogna
far capire invece che la speranza è parente stretta del realismo,
la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha giÃ
percorso un tratto e orienta i suoi passi, con amore e
trepidazione, verso il traguardo non ancora raggiunto. EÂ’
impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga. Perché
chi spera non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena.
Costruisce il futuro, non lo attende soltanto. Ha la grinta del
lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Ha la passione del
veggente, non lÂ’aria avvilita di chi si lascia andare. Cambia la
storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri
viandanti, non la gloria del navigatore solitario…”
(don Tonino
Bello)
Ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e lÂ’ho
distribuito agli uomini…Erano così affamati e da tanto tempo…/
Si vorrebbe essere un balsamo per molte feriteÂ…
(E. Hillesum)
“Perché mi sono consacrato? Non per
desiderio di preghiera. Non per desiderio di virtù. Ma per
passione dellÂ’assoluto. Ho dei momenti di violenza trattenuta,
nei quali sono stufo di aver dato tutto. Ma so che se abbandonassi
lÂ’avventura nella quale mi sono imbarcato, abbandonerei anche il
mondo del lavoro che è povero, soprattutto di speranza e di
amicizia…Ora è il momento di camminare nel mistero. Resisto
perché so che un giorno una vocazione profonda ha trasformato la
mia vita. So solo che questa vocazione resta nella mia vita.
Quando ne ho abbastanza, quando vorrei dimenticarla, è qui,
dentro di me….Sento che la mia vocazione è di seminare il
Vangelo su una terra che gli uomini stanno lavorando.
Consacrazione è appartenere interamente agli altri…”
(Egide Van Broeckhoven)

- Momento di silenzio: “pronti sempre a
rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è
in voi ...”
- Condivisione / Segno: Se uno è in
Cristo è una creatura nuova…..
- Riflessione: Mi ami tu? (Gv 21,16)
Il mistero insondabile di Dio è che Dio è un
innamorato che vuol essere amato. Colui che ci ha creato sta
aspettando la nostra risposta allÂ’amore che ci ha dato la vita.
Dio non dice solamente: “Tu sei il mio amato”, Dio chiede
anche: “Mi ami tu?” e ci dà innumerevoli possibilità per
dire sì. Questa è l vita spirituale: la possibilità di dire sì
alla nostra vita interiore.
La vita spirituale, così compresa, cambia radicalmente ogni cosa.
LÂ’essere nati e cresciuti, lÂ’aver lasciato la casa e cercato
una professione, lÂ’essere lodato e lÂ’essere rifiutato, il
camminare e il riposare, il pregare e il giocare, lÂ’ammalarsi e
lÂ’essere guarito, il vivere e il morire, diventano tutte
espressioni della domanda divina: “Mi ami tu?” e in ogni
momento del viaggio c’è sempre la possibilità di dire ‘sì’
e la possibilità di dire ‘no’.
Dove ci porta tutto questo? Ci porta al ‘posto’ da dove
veniamo, il ‘posto’ di Dio. Siamo stati mandati su questa
terra per un breve periodo, per dire, attraverso le gioie e i
dolori del tempo a nostra disposizione, il grande sì dell’amore
che ci è stato dato e, così facendo, tornare a Colui che ci ha
inviato con quel sì scolpito nei nostri cuori…
(H.J.M.Nouwen, Sentirsi amati)
- Canto Finale: Resta qui con noiÂ…

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