GV:
2,1-12
Abbiamo visto nella nostra prima catechesi sulla
1 Gv. 1,1… “ Ciò che noi abbiamo udito, visto con i
nostri occhi, toccato con le nostre mani…lo annunciamo a voi perché
siate in comunione con noi “, che
il TOCCARE LA
PAROLA DI VITA
è generatrice di vita per se e per gli altri.
Crea la comunione che cresce e si fortifica quando c’è
partecipazione, comunione, allegria.
Dio si è
rivelato concretamente in Gesù suo Figlio che si è fatto PAROLA DI
VITA per noi, perché anche noi
possiamo comunicare questa vita di amore a tutti, nella
giustizia, nella pace, nella fraternità .
Introduzione
al testo : Gv.
2,1 –12: LE
NOZZE DI CANA

Marten de Vos - Le nozze di Cana 1596-97
Utilizzando
una frase ad effetto: Mi
chiedo: Cos ‘ è
il Vangelo ? EÂ’
un invito a nozze.
Le
Nozze sono il programma di vita del cammino evangelico.
Il primo segno concreto della Missione di Gesù per tutta
l’ umanità : LA VITA
NUOVA PER TUTTI COME
ABBONDANZA DI GIOIA E DI FESTA, DI TRASFORMAZIONE DI VITA.
Tutto
il Vangelo di Gv. ha
la sua forza nei SEGNI, che hanno
un loro significato simbolico che ci permetteranno di capire e
penetrare qualcosa di più di un semplice segnale, se cerchiamo di
capirli nel loro significato profondo, ci aiuteranno a entrare
nel mistero profondo della persona di Gesù
che si rivela con tutta la sua forza dÂ’ Amore per chiunque
lÂ’ascolta e lo segue.
Situiamoci
nel testo preciso:
a)
una introduzione ambientale del segno (
2,1-3a)
b)
il dialogo tra Maria e Gesù
(2,3b – 5)
c)
il dialogo tra Gesù e i Servi
(2, 6- 8)
d)
il dialogo tra il maestro di tavola e lo sposo
( 2, 9-10)
e)
conclusione teologica (2,11)
a)
Introduzione ambientale del segno
( 2, 1- 3a ):
v.
1: “Tre giorni dopo “
LÂ’evangelista Giovanni
ci vuole far
capire precisamente il senso del giorno in cui avviene qualcosa di
straordinario in questa festa e ci puntualizza anche il giorno con
il suo significato particolare .
Dopo
la descrizione dei primi giorni della settimana che inaugura la
manifestazione di Gesù ad Israele:
·
con la testimonianza
di Giovanni Battista ( 1°
giorno 1,28),
·
con la 2°
testimonianza su colui che viene ( 2° giorno 1,29 –34),
·
con la chiamata dei primi 3 discepoli da parte di Gesù ( 3° giorno 1, 35 –42),
·
con l’ incontro di Gesù con Filippo e Natanaele (
4° giorno 1, 43 –57),
lÂ’
annotazione cronologica di “Tre
giorni dopo” posta
all’inizio del racconto ha un valore teologico, Giovanni presenta il 7°
giorno con la 1°
rivelazione di Gesù ai discepoli con le Nozze di Cana
di Galilea,
riprendendo lo schema del libro della
Genesi con la presentazione della Creazione
( Gen. 1. 3 –2,3). Nel
7° giorno quando Genesi pone il riposo di Dio, Giovanni
mette la celebrazione delle Nozze.
Il consacrare del Genesi diventa adesso una celebrazione di
Nozze che è il fine della Creazione.
Il
1° segno delle Nozze ha il suo significato simbolico:
Gesù è colui che viene a dare fine al compimento
dellÂ’opera della creazione cha ha il suo culmine nella Pasqua di
Gesù. Nella
sua Pasqua Gv. 19,30
Gesù dirà “ Tutto è compiuto “ .
Quando Gerusalemme
uccide, Gesù vede questo momento come momento di celebrazione delle
nozze definitive. Capiamo
allora che la vita evangelica è per quaggiù, per i
6 giorni, i giorni della nostra storia, i giorni
dell’attesa, della lotta, perché vinca la vita piena e abbondante
per tutti nel 7°
giorno. Il
7° giorno diventa il dare, da parte di Gesù, la possibilitÃ
a tutti gli uomini di rinascere per diventare figli di Dio, e
portare a compimento lÂ’ opera della creazione dove liberamente
lÂ’uomo dice tutto il suo si al Dio della vita che da sempre dice
si allÂ’uomo. Con
il Si di Dio e con il Si dellÂ’ uomo si celebrano le vere nozze: il
banchetto della festa dellÂ’Alleanza nuova e eterna di Dio
con tutta l’umanità .
Cana è l’inizio dei Segni, è l’ Alba del giorno
glorioso di Cristo, che si impegna con tutti a dare la sua vita perché questa sia una vera festa
nellÂ’accoglienza del suo Amore gratuito ed eterno
“Ci
fu uno sposalizio”: Le nozze sono l’immagine più bella
dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, in un amore più forte di
ogni infedeltà e della stessa morte.
L’unione tra i due è simbolo di quella tra l’uomo e Dio,
quel Dio che è amore e ci ha comandato di amarlo con tutto il
cuore. La reciprocitÃ
è il < grande co- mando> che
< ci manda insieme > verso la pienezza di vita.
“in
Cana di Galilea”: Cana
richiama “ qanà h “
(= acquistare ) allusione al popolo che Dio si è acquistato
( Es. 15, 16; Dt.
32,6; Sal. 72, 4).
“era
lì la madre di Gesù “:
La madre era lì, si trovava già alle nozze quando giunse
Gesù con i discepoli. Non
si dice il suo nome: è chiamata
“madre “ dal narratore e “ donna “ da Gesù.
“Madre”:
indica la relazione con il figlio, al quale da la vita;
“donna” (=sposa) la relazione con lo sposo dal cui amore
corrisposto viene la vita del figlio. Maria in quanto madre rappresenta il popolo di Dio, dalla cui
carne viene il Messia, in quanto sposa è la figlia di Sion che ama
e attende lo sposo, il Signore.
Maria è la Donna – Madre con un compito specifico nella
missione del Figlio: rappresenta il popolo dellÂ’ Alleanza con il
suo atteggiamento di apertura e disponibilità alla Parola di Dio.
Essa è la Madre di Sion, la nuova Gerusalemme che raduna i
figli per la costruzione del popolo di Dio.
Anche
se la sua presenza è discreta e silenziosa ha però un peso non indifferente e ci fa capire che, per la sua premura, la festa di nozze, invece di
spegnersi , trova la sua pienezza , la gioia della festa nel vino
buono. Appare quiÂ… e
ai piedi della Croce ( Gv. 19, 25) quando giunge lÂ’ora in cui il
Signore porta a compimento il suo amore per noi.
v.2
“Fu invitato anche Gesù “: è importante invitare il
Signore alla nostra festa… perché se non c’è Lui , non c’è
il vino buono che da senso alla festa , alla nostra
vita.
v.
3 “Venuto a mancare il vino “:
Se lÂ’olio e il pane sono necessari per vivere, il vino che
rallegra il cuore dellÂ’uomo (Sal.
104, 15) è quel superfluo necessario per vivere felicemente.
EÂ’ immagine dellÂ’amore tra sposo e sposa, creatore e
creatura, in cui si compie la creazione e lÂ’uomo passa dal sesto
al 7° giorno a Dio
stesso che è EBBREZZA
DÂ’ AMORE. Senza questo vino , lÂ’ uomo perde la propria
identità , la somiglianza con Dio.
b)
Dialogo tra Maria e Gesù
( 2, 3b – 5):
v.
3b. “ Non hanno più vino”:
La semplice constatazione è insieme richiesta e attesa… Ma
c’ è un profondo significato teologico: il desiderio di Israele,
consapevole della propria povertà , di aprirsi alla salvezza e di
gustare il vino messianico. Alla
luce della Pasqua le nozze di Cana rappresentano lÂ’ Antica
Alleanza a cui anche Maria appartiene.
Lo sposo e la sposa sono Dio e il popolo di Israele tra cui
non si è instaurata una relazione permanente di amore, nonostante i
vari tentativi di Dio. Maria,
simbolo del giudaismo che viveva in attesa della speranza
messianica, rappresenta l’ umanità bisognosa che desidera una
liberazione e attende la rivelazione piena della salvezza.
Cana è il nuovo Sinai dove il vecchio vino
dellÂ’economia antica sta per essere sostituito dal nuovo vino del
messaggio evangelico di Gesù.
Sullo sfondo del giudaismo, si può dire che il vino di Cana
simboleggia la Parola di Dio, la rivelazione di Gesù, la grazia
della verità che egli ha portato ( Gv. 1,17).
v.
4 “ Che ho da fare con te, o donna ? “:
Nel linguaggio biblico l’espressione può essere utilizzata
in due modi: può significare sia un deciso rifiuto di un rapporto
tra persone e una profonda
ostilità e opposizione su di un problema, sia il nascere di una
divergenza di vedute o di pensiero e una mancanza di comunione tra
due. Qui Gesù è più
sulla seconda ipotesi: vuole
affermare che le relazioni tra di loro non vanno poste su un piano
umano , ma su una prospettiva superiore che è quella della sua
missione come Messia rivelatore del Padre.
v.
4b. “ Non è ancora giunta la mia ora “: La
preoccupazione di Gesù non è quella del vino materiale, ma vuole
far capire che è “l’ ora “ del vino eccellente del banchetto eterno
( Is. 25, 6) in
cui “dai
monti stillerà il vino nuovo e colerà giù per le colline
( Am. 9,13). LÂ’
ORA di Gesù
non è solo il momento in cui si compie il
1° miracolo, ma la realtà della Passione, Morte e
Risurrezione di Gesù, vista come un unico evento.
L’ ORA di Gesù è tutta la
sua vita terrena vissuta in conformità alla volontà del
Padre, che comincia qui a Cana e raggiunge la sua pienezza sulla
Croce. In concreto
è un invito a passare dal livello puramente terreno a quello
spirituale e profondo della missione di Gesù: entrare nel disegno
di Dio che crea Relazione di Amore con il suo popolo.
Con Gesù è giunta l’ ORA in cui Dio compie la sua
promessa. Da quando la
Parola è diventata carne, ci sono le nozze tra cielo e terra: c’
è solo da attingere adesso.
v.
5: “ Fate quello che vi dirà “:
Maria invita i servi a entrare nel piano della
disponibilità al progetto di Dio. Così
la Madre e i servi rappresentano il popolo che è disposto a
mantenere l’ alleanza e dice: “ tutto ciò che ha detto Yavhè
noi lo faremo (
Es. 19,8;
24,7). Gesù è il profeta del quale
Mosè ha detto “
a Lui darete ascolto “ (
Dt. 18,15). Giuseppe
del quale il re disse: “Ciò
che vi dirà fatelo ( Gen. 41, 55)
procurerà il pane a tutti.
Gesù nuovo Giuseppe, donerÃ
a tutti il vino. Gesù è il Figlio del quale il Padre ha detto
“Ascoltatelo “ perché l’ ho glorificato e lo glorificherò
( Gv. 12, 28).
Gesù è la Parola: se
ascoltiamo Lui, l ‘ acqua della nostra umanità si muta nel vino
della sua divinità . E
Maria ha aperto la strada all’ umanità perché si incontri con
Cristo. Chi si mette
al servizio del Signore e obbedisce alla sua parola sperimenta la
sua presenza perché egli si manifesterÃ
( Gv. 14, 21).
c)
Dialogo tra Gesù e i Servi
( Gv. 2, 6-8)
v.
6” erano lì sei giare di pietra”: I dettagli non sono
superflui: 6 -
pietra – purificazione: sono un richiamo alla creazione
dell’ uomo compiuta al 6° giorno,
alla legge scritta su tavole di pietra e ai riti di
purificazione ( Lv. 11,16). Sono
lì… come la Madre di Gesù. Ogni giara contiene da
80 a 100 litri
di acqua, ciò indica
una abbondanza Â…. Le giare di pietra collocate stabilmente in casa
per la purificazione dei giudei e contenenti lÂ’acqua rituale per
le abluzioni prescritte dalla legge sono il simbolo dellÂ’ Antica
Alleanza degenerata in uno staticismo formale, preoccupata solo di
far eseguire riti esteriori e convenzionali. Rappresentano la stessa legge di Mosè svuotata dal legame di
Amore tra Dio e l’ uomo a causa della sua infedeltà , ha creato
una relazione povera, pesante, ostacolo e non tramite per la
comunione vera del popolo con Dio.
Una simile legge, senza vita e chiusa al futuro, espressa
biblicamente nel simbolo imperfetto e incompleto del n.
6, opposto al 7 che indica pienezza, è naturale che faccia
mancare il vino delle nozze. Il vino invece dono di Gesù, ottenuto dall’acqua
della purificazione rituale sta a indicare che la purificazione
degli uomini non viene più dal giudaismo, ma dalla lieta novella di
Cristo ( Gv. 8, 31
–47).
v.
7:” Riempite le giare d’ acqua”:
Le giare erano vuote, prive di ciò per cui erano fatte.
Vuote di sensoÂ… come una legge osservata in tutte le sue
prescrizioni ma senza amore, senza gioia, festa, gusto del vibrare.
Gesù ordina di riempire d’ acqua le giare, con una misura
abbondante, sottolinea la ricchezza traboccante dei beni messianici
che Gesù dona con la sua parola rivelatrice.
Non farà il vino buono dal nulla ma dall’ acqua, dal
desiderio di vita di ogni uomo.
Dio assume e valorizza tutto ciò che è dell’ uomo e della
sua storia: la salvezza che offe è salvezza dell’ umano.
Guai allÂ’ uomo che rinuncia al desiderio di amore e di
gioia per cui è fatto. E’
un contenitore vuoto, pieno di nulla, del nulla.
I servi saranno i testimoni oculari di questa trasformazione
che Gesù fa e i discepoli saranno i collaboratori diretti
dell’ opera di Gesù, vivendo nell’ obbedienza della fede.
v.
8 “ attingete adesso “:
E’ giunta l’ ora della salvezza alla quale si può
attingere per tutta
l’ umanità il vino buono della vita, della gioia, della
festa. In Gesù si
apre il cielo e si celebra l’ unione tra Dio e l’ umanità . Ciò
che si attinge è stato trasformato e la nostra vita diventa vino
buono da offrire agli altri perché c’ è la sua grazia, la sua
presenza viva.
“
portate al maestro di tavola “:rappresenta Israele e i
suoi maestri, intenditori della promessa.
Si comprende la nuova alleanza solo dallÂ’ antica ricordando
e facendo memoria di tutto ciò che era stato annunziato e che ora
è realtà certa.
d)
Dialogo tra il maestro di tavola e lo sposo
( 2,9-10):
v.
9: “Il maestro di tavola non sapeva “:
EÂ’ il momento in cui si constata il miracolo avvenuto.
Non si dice del come e quando esso si sia svolto.
Una volta che l’acqua è tolta dalle giare e che il maestro
di tavola ne assaggia il gusto, essa è già vino nuovo.
Il maestro ignora la sua provenienza, mentre i servitori
conoscono bene il fatto. Il
vino di Gesù è misterioso nella sua origine. Simboleggia
il mistero della sua persona e la sua opera rivelatrice, i beni
promessi, accompagnati dalla gioia e dallÂ’abbondanza, in una
parola la Relazione dÂ’ amore tra Dio e lÂ’ uomo che si inaugura
con la nuova alleanza.
Il
maestro di tavola non riconosce ancora il Dono di Gesù, non
comprende che il tempo passato era superatoÂ… solo i servitori lo
sapevano perché avevano attinto l’ acqua.
Essi sanno che il vino offerto da Gesù è radicalmente
nuovo. Non è di
origine umana. EÂ’
dono che viene da Dio perché questi servitori hanno eseguito il
comando del Maestro, hanno obbedito alla sua Parola, come Maria.
Gesù si rivela solo a coloro che osservano la sua parola
e la amano, come i servitori di Cana, modello di servizio e di
obbedienza, di sottomissione totale.
v.
10: “ Tutti servono prima il vino buono “ E’ il momento finale in cui si intuisce che vi è un
altro sposo, quello vero, che è al centro della festa nuziale.
Il vero sposo che precede le nozze e ha conservato fino a
questo momento il vino migliore: è Gesù.
EÂ’ il vero segno che definisce il passaggio dalla legge
alla grazia e inaugura le nozze della nuova alleanza, quella dellÂ’
Amore tra Dio e gli uomini.
e)
Conclusione Teologica
( 2, 11- 12)
LÂ’episodio
di Cana diventa un modello di tutta la vita di Gesù che si conclude sulla
Croce: Gesù si rivela come lo Sposo delle nozze messianiche. E’ nella luce pasquale che questo segno parla ai discepoli
di ogni tempo che si
aprono alla fede e credono in Gesù.
Diventano una nuova comunità in cammino di fede e di vita
nuova che si fa testimone nel mondo del Cristo vivo nellÂ’ascolto
attento della sua Parola e nella disponibilità piena alla volontÃ
del Padre. FateÂ…
siate… ciò che Lui è.
Maria e i discepoli formano la comunità della nuova Alleanza
sempre rigenerata e rinnovata dallÂ’ abbondanza del Vino Nuovo che
è Gesù, sorgente inesauribile di salvezza per tutta l’ umanità .
PER
LA RIFLESSIONE PERSONALE:
Alcuni
testi biblici:
-
Gv. 2,1-12:
Le Nozze di Cana: luogo
e momento forte dove c’ è il Segno grande che da il senso
profondo alla nostra vita.
Il ruolo di Maria. LÂ’
Ora di
Gesù. Il
Vino buonoÂ…..
-
Gv. 19, 25
–30: Maria
ai piedi della
Croce…. E tutto è
compiuto.
-
Gen. 1, 3 –
2,3: Relazione con la
Creazione di
Dio
-
Salmo 45:
Salmo nuziale
-
Salmo 104:
Gli splendori della Creazione
-
Osea 2,
16 – 25: La
fedeltà sponsale di Dio con il suo popolo: Ti fidanzerò a me per
sempre.
-
Isaia 54, 4
–10: Promessa di
Amore eterno di Dio:
Tuo sposo è il tuo Creatore.
-
Isaia 62, 1 –
12: Lo splendore di Gerusalemme
nellÂ’ alleanza eterna di Dio:
Il Signore si compiacerà di te.
Alcune
domande:
·
Prova a pensare a unÂ’ esperienza in cui hai dato fiducia
alla Parola, perseverato e ne è venuto fuori
vino nuovo.
·
Fate quello che vi dirà :
cosa ti dice questa parola oggi ?
Alcune
piste concrete per la vita quotidiana illuminata
dalla Parola:
·
Essere attenti con gli occhi del cuore e dellÂ’ intelligenza
alla realtà in cui viviamo e farsi voce dei bisogni reali dei
nostri fratelli: “ non hanno
vino….”
·
Essere disponibili e aperti a ciò che la Parola ci dice
nella vita : “
fate…”
·
Credere nella sua Parola che fa ciò che dice e
agire in obbedienza di fede: “ attingete ora”
·
Manifestare la sua gloria credendo e testimoniando con la
vita che Gesù è il VINO BUONO
che da senso al nostro essere figli amati eternamente da Dio.
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