Il testo di Giovanni che abbiamo visto insieme
il mese scorso ci narrava la guarigione del paralitico, che da 38
anni (una vita) giaceva sotto i portici della piscina di ‘Beth-zaetà ’
(= casa della Misericordia). Avevamo detto
che rappresentava il popolo oppresso da leggi ingiuste che non
permettevano alla gente di camminare con le proprie gambe.

Oggi
ci troviamo invece davanti una grande folla che segue Gesù. La
guarigione che Gesù opera, se non serve per rimetterci in piedi per
poi seguirlo, a che cosa serve?
Prepariamoci allora ad ascoltare ed
accogliere la Parola che oggi Giovanni vuole condividere con noi: leggiamo dal
Vangelo di Giovanni al capitolo 6, dal versetto 6 al versetto 15 (Gv
6,1-15). Si tratta del testo della
“Spartizione
dei pani e dei pesci”.
Seguendo gli insegnamenti dei nostri fratelli
della Teologia della Liberazione dell’America Latina, mi è
sembrato bello dividere il testo in 3 parti:
·
vv. 1-6: il vedere
·
vv. 7-9: il giudicare
·
vv. 10-15: lÂ’agire
Vediamo
allora di inoltrarci in questo testo.
ANALISI DEL TESTO
1.
Il
Vedere (vv. 1-6)
Il primo passo da compiere è aprire gli occhi
per scorgere la realtà che ci sta intorno: si tratta di una realtÃ
inserita in un contesto preciso, non asettica ma condizionata da
tanti elementi, con una propria storia e con un futuro da costruire.
·
Dopo
questi fatti: questo brano è
preceduto dalla guarigione dellÂ’infermo alla piscina e dalla
discussione che ne segue. Il segno della guarigione è intimamente
legato al segno dei pani e dei pesci. LÂ’infermo guarito, si mette
in cammino al seguito di Gesù e fa parte di quella folla che sarÃ
saziata.
·
Mare Â… folla Â… montagna Â… pasqua:
queste 4 parole sono fondamentali per capire il contesto nel quale
Gesù opera il segno. Per un giudeo sono un chiaro richiamo
allÂ’Esodo, a quel momento fondante del popolo liberato dalla
schiavitù d’Egitto: il mar rosso … il popolo … il Monte Sinai
… la pasqua. Giovanni ci vuol far capire che c’è un cammino al
quale il Signore cÂ’invita. Egli ci libera, ci rimette in piedi (cfr.
catechesi di gennaio, Gv 5,1-18) perché poi possiamo seguirlo sulla
strada di libertà che egli stesso apre. Come nella catechesi del
mese scorso, anche qui appare un grande contrasto con le
istituzioni: la folla, per la festa della pasqua imminente, invece
di andare a Gerusalemme (diventata simbolo dellÂ’oppressione),
segue Gesù che offre un’alternativa “all’altra riva del
mare”.
·
Vedendo
… vide: il verbo VEDERE è
centrale in questi versetti. Viene usato 2 volte:
-
Innanzitutto c’è la folla: la gente segue Gesù, perché
ha visto i segni che egli compie. Come ai tempi dellÂ’esodo
Dio rinnova i suoi segni, ma se allora erano segni di morte,
terrore, ora sono segni di vita, di guarigione. Gli infermi (fisici,
ma non solo) vedono in Gesù il loro salvatore, colui che li può
guidare alla guarigione.
-
E poi c’è Gesù: egli vede la folla che lo segue e
ne prova compassione aggiunge l’evangelista Marco (Mc 14,14). Gesù
annuncia la presenza di un Dio nella nostra storia, di un Dio che
vede, che conosce la nostra vita, che ci ama e ci compatisce (=
patisce con noi).
·
Filippo:
uno degli apostoli. Chissà perché Gesù si rivolge a lui? Era il
più vicino in quel momento? Forse, ma Giovanni vuole dare un'altra
spiegazione. Filippo è stato uno dei primi a seguire Gesù (Gv
1,43-46): però ammettendo che lui credesse che Gesù fosse il
Messia, aveva ancora unÂ’idea di messia ancora legata allÂ’antico
testamento (“Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè
nella legge e i profeti”). Filippo non sa ancora vedere la novitÃ
che Gesù porterà .
·
“Dove
possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da magiare?”:
Gesù sfida quest’idea ‘vecchia’ che Filippo aveva; la mette
alla prova. Per comperare servono i soldi e Gesù vuole vedere in
cosa o in chi Filippo cerca la soluzione al suo quesito. Anche qui
lÂ’evangelista ci vuol far capire come le vecchie istituzioni siano
superate: nel capitolo 2, versetti 13 va 16, Gesù entra nel Tempio
(simbolo di unità , di fede) e lo dichiara "inutile", accusando
i responsabili di averne fatto una spelonca di ladri. Il denaro ha
preso il posto di Dio nel tempio. Da qui l’invito di Gesù a porre
la fede del popolo in qualcosa di nuovo. Filippo allora rappresenta
ogni discepolo, chiamato a staccarsi dal ‘vecchio’ per seguire
la novità che è in Cristo.
2.
Giudicare
(vv. 7-9)
Il secondo passo da compiere è giudicare
questa realtà : la parola di Dio ci guida in questo cammino. In
questi pochi versetti vediamo 2 modi di giudicare la realtà . Questa
è rappresentata da una folla la seguito di Gesù, che ora ha fame.
Che risposta dare?
·
Duecento
denari: è questo un primo tipo
di risposta, ancora legata al passato, al dio denaro, il solo che
avrebbe la possibilità di risolve la situazione. Ma ci si accorge
presto che in realtà nemmeno lui può rispondere. Con questa
prospettiva non si va certo troppo lontani: lÂ’esodo finisce, tutti
muoiono di fame e di stenti. La vecchia alleanza non può dare Vita
(cfr. la catechesi di novembre sulle Nozze di Cana).
·
5 pani e 2 pesci:
“Per 5000 uomini, senza contare donne e bambini? Ma tu sei matto
ragazzo! Sei un sognatore, un utopista. Lascia fare a noi grandi e
torna a giocherellare”.
Possibile
risposta data a quel ragazzo, quel giovane che si presenta da Andrea
per dargli quel poco che aveva. Forse però l’apostolo ci ripensa
io semplicemente vuol vedere che faccia fa Gesù di fronte a quella
‘inutile’ offerta. Ma Gesù ancora una volta ci spiazza: non
solo non ride in faccia a quel ragazzo, ma accetta la sua offerta ed
è a partire da quella che lui opera il suo segno.
Immagino
Gesù che guarda questo ragazzo e fissandolo lo ama. È l’esatto
opposto del giovane ricco (Marco 10,17-22): il giovane ricco non
vuole staccarsi dalle sue ricchezze, mentre questo quello che ha lo
mette a disposizione degli altri. Non fa calcoli matematici o altri,
semplicemente OSA. Ricordiamoci poi che il numero 7 (5 pani + 2
pesci) indica la totalità : quel ragazzo donava tutto, per sé non
teneva nulla.
3.
Agire
(vv. 10-15)
Ed
eccoci alla terza parte. Abbiamo visto la realtà di una folla al
seguito di Gesù, da lui liberata che ora ha fame. Abbiamo vagliato
due possibili soluzioni. E ora vediamo come agisce Gesù. Lui non si
scoraggia e non fa caso al pessimismo dei suoi discepoli. Ha davanti
a se degli uomini, delle donne e dei bambini che lo hanno seguito,
hanno accettato la sua sfida di cercare unÂ’alternativa e ora Â…
·
Fateli
sedere: 2 parole semplici ma
che contengono un grande significato. Colui che in un banchetto sta
seduto finché mangia è l’uomo libero. Lo schiavo, non solo non
si siede ma non prende parte nemmeno al banchetto. La prima azione
che Gesù compie allora è quella di ridare dignità alla persona
umana. LÂ’abbiamo visto proprio nella guarigione dellÂ’infermo.
Vuole dire chiaramente che la sua azione è innanzitutto un’azione
liberatrice, che ha come scopo quello di ridare dignità ai figli di
Dio, suoi fratelli.
·
In
quel luogo: il luogo per eccellenza era il tempio, ma Gesù
ci invita ad uscire dalle mura che opprimono, ci invita a seguirlo
per una strada nuova, un sentiero di libertà .
·
Prese
i pani … e i pesci: Gesù,
dicevamo prima, non solo non ride in faccia al ragazzo. Accoglie la
sua follia, la sua pazzia, il suo sogno di poter contribuire col suo
poco alla vita di tanti. Gesù non rifiuta questa semplice offerta,
la valorizza, le da dignità , la ama. A partire da lei compie il suo
segno.
·
Rese
grazie: solitamente si ringrazia la persona che ci ha
dato qualcosa. Ed è proprio quel che ci vuol far capire Gesù:
rende grazie al Padre perché sa che tutto viene da lui. Solo con
questa consapevolezza avremo il coraggio di condividere quel che
abbiamo; solo riconoscendo un unico Padre, ci riconosceremo tra noi
fratelli e sorelle e saremo quindi capaci di vivere assieme.
·
Li
distribuì: è sbagliato dire la moltiplicazione dei pani
e dei pesci: Gesù mica li moltiplica, li divide. Quanto è lontano
questo suo modo di fare da un mondo in cui lÂ’accumulo delle
ricchezze è diventato una delle mete più ambite.
Gesù compie
questo segno in Galilea: era la regione povera, esclusa, "impura".
Il suo opposto è la Giudea e Gerusalemme in particolare. Un po’
di storia: la Galilea viene occupata dai grandi signori dellÂ’epoca
perché vi passa una ricca via commerciale; pochi ricchi che
diventano latifondisti. La ente povera li segue, nella speranza di
poter sussistere in qualche modo e si trova in una situazione di
grande precarietà .
Il segno che
Gesù compie vuol dirci che c’è un modo diverso per vivere, che
non possiamo continuare a permettere che ci siano pochi ricchi e una
molti9tudine di morti di fame. La soluzione non è però quella di
creare per tutti la stessa situazione di benessere, sarebbe
insostenibile: l’unica strada percorribile è quella della
CON-DIVISIONE fraterna.
·
Raccogliete
Â… nulla vada perduto Â… 12 canestri:
questo ordine di Gesù si capisce se messo in riferimento
allÂ’episodio della manna: il popolo ne doveva raccogliere quel che
avrebbe mangiato, senza accumularne. Il fatto che la gente si sia
saziata ed che siano rimasti poi pezzi per riempire 12 canestri
significa che quel che Gesù compie è veramente molto più grande
che lÂ’esodo stesso.
·
Visto
il segno che egli aveva compiuto:
fin qui abbiamo visto l’agire di Gesù. Ma vediamo ora la reazione
della gente di fronte a questo segno. Il fatto non passa certo
inosservato: come ha fatto? Da dove arriva tutto questo cibo? Chi è?
·
Profeta:
la gente è ancora legata al passato. Non si rende conto che
l’azione di Gesù non è magia, non è trucco. È frutto
dellÂ’amore suo e di quel ragazzo: tutti e due condividono quel che
sono.
·
Re:
il popolo che Gesù vuole libero, chiede di avere un re, qualcuno
che lo governi. Qualcuno che lo liberi dai romani, che renda forte
di nuovo Israele. Ma non è il programma di Gesù: ha ridato dignitÃ
allÂ’uomo (rimettendo in piedi lÂ’infermo), gli ha fatto scoprire
la grandezza che c’è in lui (accettando i doni semplici del
giovane), una grandezza da condividere, e tutto questo per potere
VIVERE con DIGNITA’. Gesù non ci sta, fugge sulla montagna.
Non
Farti Cadere Le Braccia
-
Edoardo Bennato -
L'entrata
è sempre quella ma portiere io non ti conosco
io
che vivevo qui io che ormai scordare più non posso
dalla
cucina una voce cara mia madre che mi dice:
Non
farti cadere le braccia, corri forte,
ma
più forte che puoi
Non
devo voltare la faccia,
non
arrenderti né ora né mai...
Su
per le scale il buio ma la luce corre dentro agli occhi
sono
un bambino io con ancora i graffi sui ginocchi
dalla
cucina una voce cara mia madre che mi dice:
Non farti cadere le
braccia, corri forte,
ma
più forte che puoi
Non
devo voltare la faccia,
non
arrenderti né ora né mai...
Non so, non so se ti è capitato mai di dovere fare una lunga
corsa
e
a metà strada stanco dire a te stesso: adesso basta!
Eppure
altri stan correndo ancora intorno a te... allora:
Non farti cadere le
braccia, corri forte,
ma
più forte che puoi
Non
devo voltare la faccia,
non
arrenderti né ora né mai...
Non puoi fermarti ora...
Lo
so, ti scoppia il cuore, dici anche di voler morire
dici:
è meglio che correr così, ma no, non puoi fermarti...
Non
farti cadere le braccia, corri forte,
Non
devo voltare la faccia,
non
arrenderti né ora né mai...
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Per
la tua riflessione:
Oggi, sei tu il ragazzo dei 5 pani e dei 2 pesci.
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