Atti 10, 1-15 e 34-44: "Dio non fa preferenze di persone"
campo GIM Palermo 2008
Testo di riferimento: ATTI 10, 1-15 e 34-44
"Dio non fa preferenze di persone"
I capitoli 10-11 di Atti, sono intenzionali e mostrano la volontà di Luca di fare dell’apertura ai pagani un punto di non ritorno per la comunità cristiana.
Pietro era in viaggio a Lidda e Giaffa, comunità giudaiche, mentre a Cesarea c’era la comunità ellenista. L’apertura a Cornelio non è opera di Pietro, ma è descritta come opera di Dio, la conversione di Cornelio non costituisce per Luca un caso individuale, ma ha un valore universale. Dal testo, sembrano emergere due insegnamenti:
- Dio stesso ha indicato che i pagani dovevano essere ammessi nella chiesa senza tener conto delle osservanze giudaiche (cfr. 10,34-35.44-48).
- Dio stesso ha indicato a Pietro che doveva accettare l’ospitalità di un non circonciso. Si coglie qui il problema dei rapporti fra i cristiani di estrazione giudaica e i cristiani di estrazione pagana.
È Dio che ancora una volta prende l’iniziativa e guida i passi della comunità cristiana, da qui poi parte tutta l’azione successiva dei due protagonisti umani Pietro e Cornelio che seguono con fedeltà e puntualità l’ordine di Dio.
È interessante notare che la spiegazione o la comprensione degli ordini di Dio, che danno poi l’avvio a tutta la vicenda, avviene mediante gli incontri, l’accoglienza, l’ospitalità e il confronto tra le persone e i gruppi: Pietro accoglie gli inviati di Cornelio; Cornelio accoglie Pietro e questi ne accetta l’ospitalità; Pietro poi andrà a Gerusalemme e si confronterà con gli altri Apostoli e fratelli. All’interno di questi incontri o rapporti umani avviene la comunicazione che fa progredire la riflessione sugli avvenimenti vissuti e fa maturare la comprensione di fede.
Tutto questo processo, dove si coniugano rivelazione divina e riflessione umana, accoglienza e scambio di doni, conduce alla costruzione di una Chiesa-Comunità aperta dove i pagani entrano a far parte, a pieno diritto, del popolo di Dio (11,18), e ciò verrà confermato nel Concilio di Gerusalemme.
Una sfida anche per noi, di saper leggere “LA VITA”, gli avvenimenti alla luce della PAROLA DI DIO che tutt’oggi parla e ci interpella a dare nuove risposte, nuovi slanci alla nostra fede, messa in gioco nell’incontro con ogni ALTRO diverso da noi per cultura, fede e che vive accanto a noi, nei nostri paesi o città.
Quando Lc scrive, negli anni 80, l’adesione massiccia alla fede dei pagani era un fatto compiuto e con l’episodio di Cornelio Luca vuol far capire che non per puro caso, ma una precisa volontà divina sta all’origine della chiamata alla fede dei pagani..
Il racconto si compone di tre scene:
- La visione di Cornelio, che contiene l’ordine di incontrare Pietro.
- La visione di Pietro: uno strano oggetto contenente ogni specie di animali proibiti è fatto calare sulla terra, per poi essere risollevato verso il cielo.
- La terza scena inizia con la perplessità di Pietro nei confronti della visione e termina con la disponibilità di Cornelio ad ascoltare l’inviato del Signore.
¨ Visione di Cornelio (10,1-8)
I primi due versetti presentano Cornelio. Abita a Cesarea, sede abituale del governatore romano della Giudea ed è centurione, è dunque un ufficiale pagano dell’esercito di occupazione. Stando al nome, probabilmente è romano. Alla pari del centurione di cui Lc. Parla nel vangelo (7,1-10), anche lui è un simpatizzate del giudaismo, senza essere entrato definitivamente nel popolo di Dio. È definito “uomo pio e timorato di Dio”, termine usato per designare quei pagani che frequentano la liturgia del sabato, contribuiscono a costruire le sinagoghe, seguono usanze giudaiche, ma non hanno ricevuto la circoncisione, e non presentano la loro offerta al tempio. Si distinguono per le preghiere e per le opere buone. È proprio mentre sta pregando che Dio gli si rivela.
Al v. 3 inizia l’azione. Il messaggero di Dio, che Cornelio vede entrare in casa sua, lo chiama per nome, come in molti racconti biblici di apparizione e di vocazione, e come succede in questi casi, anche Cornelio è “preso da timore”. L’
C’è poi l’ordine pieno di dettagli con nomi e luoghi, necessari per compiere la missione di andare a chiamare Simon Pietro.
Luca fra le varie informazioni evidenzia che colui che ospita Pietro è un “conciatore”; il mestiere del conciatore è un mestiere “impuro” secondo i codici giudaici del tempo. Non si sa se questo Simone fosse un giudeo convertito alla fede cristiana, ma la menzione del suo mestiere sembra voler indicare che da parte sua Pietro, aveva già preso certe distanze dalle regole strette dettate dai rabbini in materia di purezza, un piccolo passo verso i pagani, gli “impuri”.
Al v.6 leggiamo: “costui è ospite”. Nel testo greco il verbo “alloggiare, dare alloggio” significa etimologicamente “accogliere lo straniero”, fa presagire fin da questo momento che il racconto condurrà Pietro verso “un’apertura allo straniero” infinitamente più ampia.
Senza indugio Cornelio, invia i suoi servi, dopo averli resi partecipi di quanto gli era accaduto.
Þ Cornelio è presentato come uomo pio, timorato di Dio,uomo di preghiera, generoso. Che posto occupano questi atteggiamenti nella tua vita? Comboni diceva: “l’onnipotenza della preghiera è la nostra forza”, crediamo che la preghiera può tutto?
¨ Visione di Pietro (10,9-16)
Gli inviati di Cornelio sono ancora in cammino e nel frattempo avviene qualcosa nel luogo dove sono diretti e al personaggio che vanno a cercare. Pietro, rimasto devoto giudeo, ha conservato le abitudini della triplice preghiera giornaliera, e lo troviamo isolato sul terrazzo per la preghiera di mezzo giorno ed è in questo contesto di preghiera, così come era avvenuto per Cornelio, che avviene la rivelazione divina. Quello della preghiera è il momento privilegiato per scoprire il progetto salvifico di Dio sulla storia e sulla propria vita.
Mentre è in attesa del pasto, Pietro andò in “estasi”, vive una forte esperienza spirituale, ha una visione un po’ strana, una tovaglia, una tela, nella quale si trovano quasi tutti gli animali della creazione, ma ciò che lo sconcerta è il messaggio che riceve, che non spiega la visione, ma da un ordine sorprendente: “Alzati Pietro, uccidi e mangia!”. Ciò che gli viene comandato, va contro le regole giudaiche che distingue tra animali puri e leciti o impuri e proibiti. Condizionato dalla sua educazione, risponde che gli è impossibile mangiare un cibo proibito, in vita sua non ha mai trasgredito questa norma che distingue, separa i giudei dai pagani.
Ma si sente rispondere severamente: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo immondo”. È una rivoluzione religiosa. Dio con la sua parola efficace, riporta tutta la realtà creata alla sua bontà originaria eliminando le barriere che gli uomini hanno introdotto tra loro e nelle cose. Dove cadono le barriere poste dalla cultura, rimane solo la “persona” creata da Dio e per Dio, valore e bene assoluto. Pietro passa dal dubbio alla certezza, si lascia convincere, trasformare, dall’intervento di Dio che tutto ha purificato e manifesta la nuova comprensione con gesti significativi, come ospitare gli inviati pagani e lasciasi in seguito ospitare da Cornelio.
La trasformazione di Pietro è più miracolosa della conversione di Cornelio. Dio apre il cuore a Cornelio, ma apre anche la mente di Pietro. È una Chiesa che si apre, uno stile nuovo nei confronti della gente. Non più giudizi, barriere. Nessuno si deve credere “più giusto” o più “vicino” dell’altro. Scompaiono le barriere tra “vicini e lontani”. La venuta degli inviati di Cornelio infatti, chiarifica che non si tratta solo di superare la legge nei confronti degli animali: ben più importante è abbattere ogni barriera con gli uomini. La perplessità di Pietro è superata solo di fronte a due segni divini, l’ordine diretto dello Spirito di incontrarli e la narrazione di come Dio aveva agito in Cornelio.
In questo episodio colpisce poi la dimensione comunitaria. Pietro vivrà questa esperienza di incontro con alcuni fratelli di Giaffa che lo accompagnano, mentre Cornelio ha convocato la sua famiglia e i suoi amici. C’è l’incontro tra due gruppi, uno cristiano di origine giudaica e un gruppo di pagani simpatizzanti del giudaismo. Vivranno insieme un’avventura comune, che rivelerà a Pietro stesso le vere dimensioni della nuova comunità che il Cristo fonda tra gli uomini. Una comunità, dove le barriere vengono a cadere. Pietro si rende conto di che cosa significa essere fratelli in umanità, malgrado le barriere razziali, culturali e religiose.
Þ Pietro stesso è chiamato a compiere un cammino di conversione per entrare nella “logica di Dio”, la logica del farsi “TUTTO A TUTTI PER AMORE”. Qual è il cammino personale che ciascuno/a di noi sente di dover ancora compiere per superare le proprie chiusure, i propri egoismi, pregiudizi che non permettono di vedere nell’altro/a un fratello una sorella con il/la quale “dar vita insieme” al regno di Dio? .
¨ L’incontro, e il discorso di Pietro a Cornelio 10,34-44
Pietro inizia il suo discorso condividendo con i presenti la scoperta spirituale, vissuta in quei giorni, e che la personalità e l’accoglienza di Cornelio hanno certamente rafforzato: “Dio mi ha fatto capire che non si deve dichiarare impuro…”, in Dio non ci sono discriminazioni razziste, egli non guarda alle condizioni di nascita, ma al bene che si è fatto. Pietro si rende conto che “davvero Dio tratta tutti alla stessa maniera…”. Condotto dalla mano di Dio, supera i suoi schemi mentali, supera le sue chiusure religiose, culturali, che vede abbattute dall’amore di Dio, che è più grande del nostro cuore. L’altro, qualsiasi altro, “diventa fratello” in Gesù Cristo che è il “Signore di tutti”.
Un invito anche per noi a guardare il mondo, la realtà con gli occhi di Dio, Colui che vede ogni cosa, ogni persona come “cosa buona”, perché porta in sé
Nasce nella “Casa” di Cornelio la “comunità nuova”. La casa diventa piccola comunità aperta, cessa di essere recinto che separa e difende dagli altri per divenire strumento di comunione.
In questo clima di accoglienza di fraternità, è possibile allora proclamare
Cadono le barriere, si superano le differenze, ci si riscopre fratelli e figli di quell’unico Dio che non fa differenza di persone.
Pietro è testimone di tutto questo. Lui stesso ne ha fatto l’esperienza, guidato, convertito e trasformato dallo Spirito supera i pregiudizi, fa cadere le sue resistenze, diventa capace di accogliere e farsi accogliere da coloro che un tempo erano considerati “impuri”. Pietro non aveva concluso ancora il suo discorso e lo Spirito Santo scende su quanti ascoltano la Parola, una vera Pentecoste dei pagani! Il fatto rafforza la Parola di Pietro e costituisce una premessa: se è Dio che vuole così, non sarà certo la ristretta veduta degli uomini, o una tradizione venerabile e antica a impedirlo.
Aperti alla novità dello Spirito e da lui trasformati, anche noi come Pietro siamo chiamati/e a fare della nostra vita una missione. USCIRE dal proprio guscio e andare per le vie e le città; incontrare uomini e donne annunciando loro che c’è un Dio che li ama. Le nostre COMUNITA’ devono diventare DIMORE che sanno accogliere ed ascoltare paure e speranze, domande ed attese. Case aperte a tutti dove le persone possono curare le loro ferite, i poveri possano sedere a mensa, i ricchi condividano i beni, luogo dove può nascere VITA PIENA PER TUTTI.
Come può
Signore, quale prezzo pago per fare una Chiesa di comunione?
Signore, aiutami a desiderare con intensità la comunione con te
e a viverla concretamente “dentro” la Chiesa:
nell’amicizia fraterna, nell’Eucaristia,
nella ricerca di uno stile evangelico di vita.
Signore, aiutami a fare la mia parte
Perché questa chiesa, a cui voglio appartenere,
sia una chiesa di comunione e fraternità,
così che gli uomini tutti intuiscano
un appello alla comunione intima con Dio.
Vieni, Signore, Spirito di unità, rinnova le nostre menti,
rompi i nostri schemi culturali di contrapposizione,
unifica le comunità cristiane, difendile dallo spirito di superbia,
aiutaci a scegliere l’ultimo posto,
brucia i nostri egoismi…
Vieni, Spirito d’amore e di pace, anima e sostegno della Chiesa,
fa che la ricchezza di carismi e ministeri
contribuisca all’unità del Corpo di Cristo;
fa che i laici, consacrati e ministri ordinati
concorrano insieme ad edificare l’unico Regno di Dio.
Per ulteriori informazioni sul campo di Palermo: resoconto dei campi GIM 2008