HABARI!

3 buon Natale!

di fr. Damiano Mascalzoni
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Testimoni della carità

               Provocazioni di p.Alex

 

Nairobi, 8 dicembre 2001

 

“HABARI” TO EVERYBODY!

HOW ARE YOU?

HOW IS LIFE?

 

Questa volta almeno una “mezza” parola in inglese ve la metto… così potete vedere i miei progressi con lo studio! Direte: “ma dopo cinque mesi a Nairobi ha imparato solo questo?!? Poveri noi, siamo messi male!” Beh, a dire il vero qualche cosa in più l’ ho imparato e se troverete degli errori nel mio italiano, buon segno, significa che un pochino sto entrando nella nuova lingua. Inizio così questo nuovo Habari, scherzando un po’ sul nostro impegno scolastico, perché lo studio della lingua continua ad essere la nostra principale occupazione da fine agosto a questa parte, ma da ieri siamo in vacanza e allora è bene staccare un po’, e riprendere il contatto con voi, zie, zii, cugini, parenti,  amici e amiche, confratelli e consorelle che mi accompagnate in questo cammino. Sappiate che anch’io desidero camminare con voi perché il cammino e così la missione si fa insieme, ricordate? Questa volta state tranquilli, il mio Habari sarà breve e “frettoloso”, infatti è solo da ieri che ho ricevuto la conferma che domani parto per Amakuriat, una nostra missione nel nord ovest del Kenya, a circa 600 Km da Nairobi, (vicino ai confini con l’Uganda, in particolare al villaggio di Moroto, regione del Karamoja,  dove lavora suor Rosa Lucia Vinco. A voi di Stelle questo dovrebbe dire qualche cosa; spero ci sia la possibilità di visitarla, lo sento come un impegno di gratitudine nei suoi confronti). Durante i periodi di vacanza scolastica, (e qui adesso è piena estate e quindi tempo di sosta per tanti, come il nostro agosto per capirci), i formatori consigliano una esperienza “sul campo” e così, se c’è disponibilità in qualche missione e si trova qualche passaggio, si approfitta e si parte e così sarà per me domani mattina. Il mio programma iniziale era di rimane a Kariobanghi-Korogocho, la nostra parrocchia a Nairobi per un esperienza continuata nel luogo dove ogni week-end mi reco per l’apostolato nel dispensario e nella realtà dello slum, ma questa opportunità che posso vivere solo in questi periodi di break scolastici, mi sembrava importante e così ho accettato l’invito. Mi darà l’opportunità di conoscere altri aspetti del Kenya, quelli della realtà rurale, dei villaggi, e capire allora perché questa emigrazione verso la città, fenomeno che continua quotidianamente, si calcola infatti che ogni giorno circa 600 persone vanno ad allargare i “gironi infernali” degli slums che solo a Nairobi e dintorni se ne contano una decina. Agglomerati di baracche inesistenti per l’amministrazione cittadina! 3 milioni di persone, sui 4 che vivono a Nairobi. Ma la realtà degli slums, in particolare quello di Kibera, il più grande, è esplosiva! Mentre vi sto scrivendo continuano i combattimenti al suo interno. E’ dalla fine di Novembre che sono in atto vere e proprie guerriglie tra chi abita nelle baracche, i presunti proprietari e la polizia che non aiuta a calmare la situazione, anzi, non si capisce bene da che parte sta! La situazione è un po’ complessa, e tutto è iniziato da quando i proprietari hanno deciso l’ aumento degli affitti. La gente non c’è la fa a pagare rette assurde e quindi in blocco,  non hanno pagato quella di Novembre, (anche perché c’è stato l’invito di “boicottare” da parte di politici, i quali tanto di ottenere consensi per le prossime elezioni del 2002, si prodigano in promesse lusinghiere). Fatto sta che una volta fuori i politici dallo slum sono iniziate le risse. Ad oggi si contano circa una quindicina di vittime (la maggior parte delle quali cadute sotto i colpi della polizia che spara indiscriminatamente sulla folla), molte le baracche bruciate e la gente in fuga. Di fronte alla nostra fermata dell’autobus che prendiamo ogni mattina per andare in città, c’è una fila di gente che invece aspetta qualche mezzo per fuggire da Nairobi, per cercare un'altra sistemazione, e magari tornare al proprio villaggio. Insomma si sta vivendo un momento di particolare confusione e scompiglio. La paura, è che la “miccia” scoppiata a Kibera faccia partire la stessa reazione nelle altre baraccopoli di Nairobi, causando “guerre” tra poveri non meno violente delle altre più “tecnologiche” che ogni giorno seguiamo dai teleschermi. Ecco che il mio viaggio di domani sarà un percorrere la stessa strada che molte altre famiglie stanno compiendo, ritornando ai villaggi. Un giovane, con le lacrime agli occhi mi diceva giorni fa: “Siamo scappati dai nostri villaggi per le situazione di guerriglia e cercare di rifarci una vita qui in città e ora qui è impossibile vivere e pensare ad un futuro, insomma non c’è pace per noi!”, e mi ha chiesto di pregare per lui e la sua famiglia. Stiamo collaborando con la parrocchia vicina per questa emergenza; a centinaia stanno bivaccando nei locali parrocchiali, ma non si sa fino a che punto si andrà avanti. Non ho più notizie nemmeno di Peter e della sua famiglia da qualche giorno. La piccola Auma è stata in ospedale una quindicina di giorni per un attacco di Tbc, causato anche dalle condizioni insalubri della loro casa fatta di terra impastata e che durante il periodo delle piogge è andata sciogliendosi. Per questo hanno cambiato casa ma sempre in Kibera, una in cemento e anche un po’ più grande.  

Insomma anche quest’anno Maria e Giuseppe dovranno cercare, faticare, camminare, soffrire in silenzio, di notte, per trovare un luogo dove dare al mondo Gesù. Ma quella notte è stata illuminata dalla Sua presenza, ha portato luce e calore, vita e speranza a tanti. Penso che contemplare questo mistero di un Dio che si fa bambino, incontrarlo, accoglierlo in noi, andare alla grotta, farsi riscaldare da quel tepore, mettersi in cammino con Lui, sia quanto abbiamo bisogno in questo Natale, per ripartire con più speranza, fiducia, e sentire per noi quel messaggio che gli angeli, quella notte, andranno a cantare: ”… e PACE in terra agli uomini e donne di Buona Volontà”.

 

Termino questo Habari augurandovi quindi un Natale e Nuovo Anno “ricco” della Sua presenza, e lo faccio con le parole di questa preghiera-poesia di Fr. Alfredo Fiorini (giovane fratello comboniano, medico, che ha speso la sua vita in Mozambico) che ho trovato appesa nella baracca di p. Alex a Korogogho. Sono parole di speranza che ci invitano a “Camminare alla Sua Presenza” e questo è anche il titolo di questa preghiera.

 Grazie a tutti per la vostra vicinanza,  anche per gli aiuti materiali che mi sono arrivati, girati subito ai progetti e bisogni che seguiamo come Comunità. Al prossimo Habari quindi e rimango sempre in attesa anche dei vostri Habari ovvero notizie, novità, condivisioni dal vostro cammino.

Vostro Fratel Damiano

 

Damiano, fratello comboniano infermiere, vive a Nairobi dove svolge la sua attività di missionario consacrato.

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Nairobi 0 0505 - Kenia

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Kenya: Scontri a Kebera (Nairobi), tensione ancora alta
- Staff sito 12/4/2001, 9:26 pm
Africa: Liberons la paix, appello per la costruzione della pace - Staff sito 12/11/2001, 11:18 am

Da Korokocho ci scirve spesso p. Alex  Zanotelli.
c'è una pagina dedicata alle sue testimonianze, per lasciarci aiutare a capire qualcosa di più della vita e dei problemi della grande metropoli del Kenia.

NOI CAMMINIAMO ALLA SUA PRESENZA

 

Cara sorella mia, caro fratello,

tu vuoi trovare Dio nella tua vita,

tu vuoi amare Dio con tutto il cuore.

Ma sbaglieresti se tu pensassi

di arrivare a Lui con gli occhi

dalle lacrime appannati,

con le tue mani, i tuoi silenzi bui,

con cuore e mente tanto limitati.

Trovare Dio, dar senso al tuo cercare,

significa da Lui farsi trovare.

E’ il Dio d’Abramo, del Sorriso, dell’Amore,

il Dio di Gesù Cristo, del Dolore.

Egli è il tuo Dio non perché sia tuo,

ma perché tu sei sempre stato suo.

Sceglierlo è già sapere in fondo al cuore

che Lui ti ama con ardente amore

da prima che tu fossi mai pensato

e in un atto d’amore sospirato.

Se vivi l’amore Lui vive in te

e più non brancoli
dove vita non è.

Perciò vivi i tuoi giorni con speranza,

Con gioia lunga ed allegria sincera,

non aver paura della sera,

con te stesso e con gli altri in alleanza.

Allo sconforto tu non cederai,

grato e sereno al  Suo sguardo Paterno,

perché ora lo sai, ormai lo sai

che il Suo Amore per te dura in eterno.

Fratello Alfredo