IL
PENSIERO
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Teologia della Croce: “Cosa vuol dire
credere nel bene? Vuol dire che domani mattina tornerà la luce e
tornerà il sole. Non sono i tiranni che fanno la storia, non sono
le dittature che fanno la storia […] Sono gli offerti, sono questo
calvario che non ha nome: Cristo che si offre. E c’è un solo
simbolo: la croce. Anche quando non si sa neanche cosa vuol dire la
croce, perché tutti coloro che offrono la propria vita non sono, o
miei cari fratelli, che delle immagini viventi del Cristo,
l’Agnello”.
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Ecclesiologia ecumenica: “La fede non è
un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l’approdo.
La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di
credere è tentato dall’incertezza e dal timore del niente. Chi ha
la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu
comunicata”.
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Utopia della pace: Un cristiano deve fare
la pace anche quando venissero meno “le ragioni di pace”. Al
pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera
beatitudine quando non c’è tornaconto né convenienza né
interesse di pace, vale a dire quando incomincia a parere una follia
davanti al buon senso della gente “ragionevole”.
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Corresponsabilità dei cristiani laici:
queste idee anticipano l’ecclesiologia del CV II dove la chiesa è
definita come popolo di Dio più larga della chiesa istituzionale,
una chiesa dove ciascuno ha la sua parte di responsabilità. In una
lettera don Primo ebbe a scrivere [ndr]: “in questo
tempo senza uomini anche la più piccola responsabilità da paura e
ci si scarica su Roma”.
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